martedì 5 novembre 2013







"DOVE C'E' UNA VOLONTA' C'E' UN MODO": la Vita, l'Universo e Tutto Quanto secondo LANTERNA VERDE

2a Parte

HAL JORDAN nasce nell'Ottobre del 1959, e vede la luce il mese successivo sulle pagine della rivista a fumetti DC Comics SHOWCASE, nel numero 22. Il nome non è nuovo, ma riprende un eroe in costume
creato nel 1940: l'ingegnere Alan Scott, biondo, atletico e integerrimo, che scopre una mistica lanterna la cui luce verde gli conferisce poteri straordinari, tra cui il volo. Subito impiegato in funzione anti-nazista, come gli altri suoi colleghi aveva esaurito il suo ruolo nel dopoguerra, per venire pressochè dimenticato.
Hal, viceversa, è l'eroe di una nuova epoca, che si proietterà nel mito americano della Nuova Frontiera: pilota collaudatore, sprezzante di ogni pericolo, spavaldo sino all'arroganza ma fermamente dedito al dovere morale, per le sue doti viene scelto da un alieno morente a succedergli nella missione di proteggere e vigilare sul quadrante di spazio che contiene il pianeta Terra.

Un orizzonte fantascientifico, quindi, il cui genere letterario spopolava in quegli anni di corsa alla conquista del cosmo e riempiva decine di riviste in ogni edicola dell'Occidente, ma importante anche presso la cultura ufficiale dei regimi socialisti dell'Est Europa e soprattutto in Russia, esaltata dai successi dello Sputnik e patria del pioniere astronauta Yuri Gagarin.
Hal Jordan è il carattere assertivo e ottimista che l'America adora, pratico e dai valori semplici, alla John Wayne, Charlton Heston e tutti i volti che affollano il cinematografo ruvido e rassicurante dell'epopea western: la sola differenza è che cavalca nello spazio, e anzichè la Colt usa un anello - definito l'"arma più potente dell'Universo"- in grado di dare forma a qualsiasi cosa chi lo porta possa immaginare.
Ma l'aspetto più interessante del personaggio è il fatto di non essere un eroe unico, ma di appartenere a un Corpo, quello appunto delle Lanterne Verdi, dedite alla difesa dell'intero Universo contro minacce naturali e non,aspiranti despoti e mostri di ogni specie. Si tratta di un esercito inter-etnico,composto da centinaia di razze diverse, e questo dà alla serie un contesto completamente diverso dall'usuale: Superman,Batman etc sono UNO, mentre LV può essere chiunque, perchè si tratta di un titolo, di un grado e di un ufficio a disposizione di chi sarà in possesso dei pur rarissimi requisiti richiesti - l'alta tempra morale e l'assoluta assenza di paura.
Infatti, nel corso del tempo il ruolo di Hal Jordan sarà preso da vari rimpiazzi e alternative, alcuni dei quali
riscuoteranno un tale gradimento da diventare comprimari fissi e da avere addirittura delle serie individuali, diversificando quindi la realtà di LANTERNA VERDE con identità, prerogative e tematiche completamente differenti.
Per primo avremo GUY GARDNER, che nel 1966  (LV 59) interpreterà il ruolo con il piglio aggressivo e anarchico di un bounty killer da western, o da futuro Ispettore Callaghan: di vocazione reazionaria, sprezzante verso la linea moderata e vagamente pacifista del suo predecessore, Guy farà uso indiscriminato di violenza e intimidazione senza dissimulare il cinismo e il maschilismo che lo contraddistinguono.

JOHN STEWART irrompe invece (in LV 89) come prima Lanterna di colore, espressione della richiesta afroamericana di parità civile che in quello stesso 1968 dilaga con le parole immortali di Martin Luther King:
"Io ho un sogno..." Il sogno di John nasce dall'incubo del Vietnam e dalle strade delle metropoli dove ha assistito all'eguaglianza di obblighi cui i neri sono soggetti senza avere eguaglianza di diritti. Il suo rimprovero alle Lanterne è di agire su scala globale disinteressandosi delle realtà globali, rimanendo lontani dalla vita delle persone. Lo stesso rilievo mosso qualche mese prima dall'avventuriero OLIVER QUEEN, moderno Robin Hood nei panni dell'arciere urbano FRECCIA VERDE; che in una memorabile sequenza di storie del grande Neal Adams (LV 76-84) sfidava Hal Jordan ad un viaggio attraverso l'America dell'ingiustizia sociale e del razzismo, del degrado e dell'isolamento per comprendere che cosa veramente una Lanterna dovrebbe difendere e promuovere, oltre ad agire da poliziotto interplanetario.


Mai, nella storia del fumetto, erano state rappresentate insieme in modo così vivo e antiideologico le due facce dell'America ottimista e progressista, devota all'ordine e alle convenzioni piccolo-borghesi, e l'America problematica e contestatrice, voce dell'indignazione e del disagio popolare. Questo traguardo della pop culture ha segnato, oltre a un'immensa notorietà dei due protagonisti con grande riscontro di vendita, il raggiungimento dell'età adulta da parte della storica casa DC, fino ad allora ancora arretrata nell'espressione dei nuovi temi sociali rispetto alla più giovane ma coraggiosa concorrente Marvel - che da poco e per prima aveva violato la consegna del Comic Code, il visto morale cui erano obbligati i periodici a fumetti, pubblicando un famoso trittico di storie dell'UOMO RAGNO sull'argomento proibito della droga.
LANTERNA VERDE andò subito alla rincorsa, presentando nei nn.85-86 la vicenda dell'assistente dello stesso amico FRECCIA VERDE, Roy "Speedy" Harper, caduto in stato di dipendenza dall'eroina.
Lo Spazio Cosmico incontrava lo Spazio Interno , e dalla collisione fantascienza-realtà sociale stavano nascendo alcune tra le più memorabili puntate nella storia del fumetto del Dopoguerra.

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lunedì 30 settembre 2013






LE MERAVIGLIE DEL XX SECOLO:  BIBLIO - DISNEY

Il 15 Maggio del 1928 in un cartone animato a diffusione privata dal titolo "Plane Crazy" debuttava un buffo topo bipede in pantaloncini rossi , calzato di scapre e guanti gialli, dall'ambizione di pilota d'aereo. Il Giugno successivo questo Mickey approdava alle sale di cinema in coda ad un film di gangster, con un secondo cartone chiamato "Steamboat Willie", questa volta nella veste di conducente di battelli a vapore.
Il successo travolgente di questa creaturina versatile intraprendente, per l'epoca sfacciatamente fisica con la fidanzata Minnie (del tutto uguale a lui, a parte le ciglia,il rossetto e gli abiti femminili),impegnato in schermaglie violente contro i soprusi di un massiccio gatto nero di nome Peter (il futuro Gambadilegno), presto debordò dalla celluloide alla carta stampata, riversando fiumi di strips - sequenze di 4 vignette a fumetti che comparivano sulla pagina ricreativa di quotidiani e riviste - e di illustrazioni pubblicitarie sul pubblico americano della prima Depressione, ansioso di momenti di svago e allegria.





Nel 1930 vedeva la luce quello che è in assoluto il primo libro al mondo di Topolino : il "Mickey Mouse Book" delle edizioni Bibo & Lang , un libretto di 16 pagine in tricromia comprendente un testo scritto, alcune vignette e due spartiti musicali. Le quotazioni attuali per questo oggetto sono di alcune migliaia di dollari, anche in condizioni mediocri come l'esemplare raffigurato nella foto.
Su sponda britannica, invece, con acume e anticipo la casa Dean & Son diede alle stampe il primo di una lunga serie di volumi illustrati cartonati e di notevole spessore, di uscita all'inizio dell'anno come strenna per l'anno precedente: l'edizionedel Gennaio 1931 per il 1930, caratterizzata da una copertina ipercromatica dalla grafica artiginale e approssimativa, è ad oggi un oggetto ambitissimo dai collezionisti.





Ma ancora più ricercate sono le due edizioni del 1932 e 1933, finite all'epoca in mezzo ad aspre polemiche con la critica progressista a causa di alcune pagine giudicate a contenuto razzista e antisemita: in una vignetta l'ebreo di turno è presentato come un usuraio incapace di parlare correttamente Inglese; mentre in una lunga sequenza narrativa ambientata in Africa  (dal titolo "A Black Outlook", cioè "Paesaggio Nero") gli indigeni vengono dipinti come selvaggi cannibali del tutto stupidi, e chiamati più volte con lo spregiativo termine "niggers".






Le due edizioni non vennero ritirate, ma la censura impedì la pubblicazione di ogni estratto sulle pagine di riviste e quotidiani.
Il nome di Disney fu chiamato direttamente in causa, anche se Walt si limitava a vistare i contenuti come art director, senza essere l'autore di alcuna parte dei testi : trattandosi poi di edizioni britanniche, è facile presumere che l'esame degli Annual fosse stato rapido e sommario.
Tutto ciò nulla toglie alla straordinaria bellezza di questi volumi, magnifici per grafica esterna ed interna, stampati su una carta così spessa da potersi definire cartoncino - il che ne ha preservato molte copie in buone condizioni, al contrario della costa esterna che, essendo in carta di grammatura più leggera, quasi sempre risulta mancante.
Altra meraviglia è l'incantevole libro didattico riportato nella foto di frontespizio, THE MICKEY MOUSE STORY FROM A TO Z (Collins Ed. 1931), un abecedario in forma di fiaba illustrata che a differenza degli Annual sopra citati verrà pubblicato anche in Italia qualche anno dopo, a cura dell'Editore Cappelli. Il libro costituisce forse l'oggetto più raro e prezioso nel mondo del collezionismo Disney nostrano.
Altrettanto magistrale, ma in questo caso fondamentale per il suo contenuto storico, è il corposo volume
MICKEY MOUSE ILLUSTRATED MOVIES delle Edizioni McKay, sempre del 1931: questo riunisce invece buona parte dei primi cartoni animati topoliniani, tramite l'uso di fotogrammi corredati di testo descrittivo e parti di commento in versi.
In Italia l'Editore Frassinelli di Torino fece uscire un estratto del libro suddiviso però in due tomi più sottili, anche questi tra gli oggetti più ambiti dai collezionisti, anche perchè leggenda (mai confermata) vuole che le traduzioni dei versi dall'Inglese siano opera di un giovane Cesare Pavese, che all'epoca lavorava a Torino e collaborava con varie case editrici, tra cui la stessaFrassinelli.





Il primo dei due tomi, che riporta in copertina la stessa stupenda immagine di Topolino usata in America per MICKEY MOUSE A-Z e per gli ILLUSTRATED MOVIES, è riportato nella foto sopra.. II secondo ha invece copertina verde con un'immagine scontornata da un cartoon, e parrebbe essere ancora più raro a causa della distruzione di gran parte delle copie in un incendio del magazzino dell'Editore.





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mercoledì 12 giugno 2013







" DOVE C'E' UNA VOLONTA' C'E' UN MODO"
                 L'Universo, la Vita e le Ragazze visti da
                                     GREEN LANTERN 


Ottobre 1959.
Il fumetto americano compie un passo fuori dal tunnel in cui è entrato nel 1954, quando la Caccia alle Streghe del Senatore McCarthy aveva rischiato di portare alla chiusura delle sue testate storiche, accusate
di corrompere la gioventù trasmettendo immagini torbide e violente. In particolare, la DC Comics era sul banco degli imputati per gli aspetti scabrosi delle storie di Wonder Woman e di Batman, presunta lesbica e feticista l'una, scandalosi conviventi more uxorio gli altri.
Gli Editori si erano tutelati creando un istituto di autocensura, il Comics Code, il quale per 15 anni gravò come una cappa sui contenuti delle vicende, che videro la rimozione accurata dei riferimenti alle tematiche più adulte, riducendo di fatto molte collane a puerili riciclaggi di scazzottate con invasori alieni e agenti nemici, di solito comunisti,con un linguaggio irreale da film per ragazzi.
Questo sviluppo decretò rapidamente un crollo delle vendite che portò alla cancellazione di quasi tutte le serie, ad eccezione delle tre storiche SUPERMAN, BATMAN e WONDER WOMAN.
L'evento catalizzatore del cambiamento, così epocale da essere poi utilizzato da tutti per calendarizzare il trapasso dalla cosidetta "Golden Age" alla "Silver Age"- la Rinascita dei Supereroi - fu la comparsa di un nuovo personaggio dal colore di fiamma e la velocità del fulmine, che erompeva dalla copertina del n.4 della rivista SHOWCASE , un'antologia di racconti a fumetti a tema fantascientifico.
Il suo nome era FLASH, un impiegato della polizia scientifica di nome Barry Allen, che investito da una folgore e da un bagno di sostanze chimiche acquista una rapidità sovrumana, che decide di mettere al servizio della giustizia.

In realtà FLASH era un caso di ripescaggio e revisione di un personaggio precedente, creato e presentato già nel 1940 e protagonista di 2-3 testate negli anni bellici e sino al 1951: si trattava di un ricercatore di nome Jay Garrick , che aveva acquisito poteri analoghi inalando per caso dell'acqua pesante (erano gli anni di auge della Bomba Atomica). Membro fondatore della cosiddetta SOCIETA' DELLA GIUSTIZIA con altri eroi mascherati - con lui solo a volto scoperto - , aveva combattuto le Potenze dell'Asse e le quinte colonne nemiche su suolo americano sino alla progressiva estinzione dell'interesse del pubblico. Il nuovo Flash mantenne il colore dominante rosso e l'emblema giallo del fulmine e nient'altro, mentre nella finzione Barry li adottava proprio in omaggio a quello che ora diveniva solo un personaggio di una serie a fumetti, eroe preferito della sua adolescenza.
Il successo e il clamore suscitato da questo rilancio indussero la redazione DC a ritentare l'esperimento esattamentre tre anni dopo, nel numero di Ottobre della stessa SHOWCASE, il 22.


Sull'onda del riuscito esperimento, la DC affidò alla coppia composta dallo scrittore John Broome  (che con Robert Kanigher e l'artista Carmine Infantino era già stato responsabile della creazione di Barry Allen) e al disegnatore Gil Kane la revisione di un'altra icona perduta degli anni '40, un personaggio di nome LANTERNA VERDE lanciato nel Luglio '40, sei mesi dopo il primo Flash. Alan Scott, un ingegnere che aveva rinvenuto un anello magico i cui poteri andavano periodicamente ricaricati da un'antica lanterna deposito di energia mistica verdognola, aveva scelto un costume verde e rosso per difendere le strade dal crimine e , poi, l'America dal nazifascismo insieme alla Società della Giustizia. Anche lui era scomparso nel '51 insieme a un'intera generazione di supereroi, che avrebbero poi fornito la matrice concettuale dei celebri WATCHMEN dell'inglese Alan Moore nei tardi anni '80.
L'unica direttiva editoriale agli autori era stata di dare vita a una serie del genere che attraeva più pubblico all'epoca, cioè la fantascienza. Gli ultimi anni avevano visto una serie di exploit cinematografici di titoli come
"La Guerra dei Mondi", "L'Invasione degli Ultracorpi" e soprattutto "Il Pianeta Proibito", enorme successo anche in termini di merchandising;  il tema spaziale imperversava, dalla cronaca della corsa alla Nuova Frontiera tra USA e URSS al dilagare di letteratura popolare (quasi sempre scadente,ma illuminata dai lavori di nomi come Edmond Hamilton e Jack Williamson) le cui versioni digest erano i brevi racconti grafici della Atlas e della Charlton, STRANGE TALES e UNUSUAL TALES.
Gli eroi del momento erano gli astronauti,i piloti e gli esploratori: per cui il nuovo protagonista sarebbe stato tutte e tre le cose - un pilota collaudatore, professione che richiede assoluto sprezzo del pericolo - , che il destino avrebbe portato ad esplorare gli orizzonti dello spazio esterno.
E fu così che HAL JORDAN, intrepido navigatore delle Industrie Aeronautiche Ferris, nel Novembre 1959
si trovò ad ereditare da un alieno morente , Abin Sur, il ruolo di poliziotto interstellare e membro del Corpo delle Lanterne Verdi, un ordine para-militare di protettori dell'ordine e della pace in un cosmo centrato sul pianeta OA, patria degli enigmatici GUARDIANI DELL'UNIVERSO, razza primordiale dagli immensi poteri e fondatrice del Corpo stesso. Costoro sono gli autori della suddivisione dello spazio conosciuto in 3600 settori, ciascuno presidiato da una Lanterna Verde dotata di un "anello del potere", in grado di rendere reali i costrutti mentali del suo portatore - il che ne fa, così è detto, l'arma più potente che possa esistere.
Il requisito basilare del membro del Corpo , oltre ad un altissimo profilo morale, è di avere una volontà incrollabile e priva di paura: ciò in quanto gli anelli incanalano e mobilitano la forza primigenia della Volontà, che vibra nel colore verde dello spettro della luce, ed è resa inefficace dall' emozione della paura, che brilla invece nella fascia gialla dello spettro stesso.
Appartenere al Corpo è il più grande onore attribuibibile a un essere senziente. E nessun rappresentante della specie umana aveva mai intrapreso questo compito prima di Hal Jordan.


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lunedì 13 maggio 2013







                                       F L A S H F A C T

                                         Quello che non Sapete dei Fumetti ,  p. 2


1. Superman, come tutti sanno, è un alieno proveniente dallo scomparso pianeta Krypton.
Bruce Wayne alias Batman  è di origine scozzese. Il suo nome di battesimo viene dal patriota autonomista scozzese Robert Bruce: il cognome poteva essere Adams o Hancock, ma alla fine il co-creatore e disegnatore Bill Finger convinse Bob Kane a usare quello del rivoluzionario americano Anthony Wayne (detto il Folle) figlio di irlandesi e comandante al fianco di George Washington.
 Wonder Woman, al secolo Diana Prince, è una dèa greca venuta come ambasciatrice dell'isola favolosa
 di Themiscyra, popolata di sole donne Amazzoni e proibita agli uomini (intesi come maschi).
 Steve Rogers, cioè il Capitan America simbolo della democrazia del Nuovo Mondo, è di famiglia irlandese,
cresciuto nelle periferie degradate dove vivevano gli immigrati più poveri negli anni '20.
Zio Paperone (Scrooge McDuck) è nativo scozzese emigrato alla fine dell'800.
Linus di Peanuts e sua sorella Lucy sono ebrei di origine olandese (Van Pelt).
In definitiva, ben pochi tra i più noti protagonisti del fumetto americano sono autentici americani, mentre i loro creatori - da Stan "Lee" Lieber e Jacob "Kirby" Kurtzberg , da Jerome Siegel e Simon Schuster a Robert Kane , Charles Schultz, Will Eisner , sono tutti ebrei immigrati o di ascendenza europea.

2. Pietro Gambadilegno è molto più anziano della sua celeberrima nemesi, Topolino! Compare infatti già dal 1925 nei cartoon della serie Oswald il Coniglio Fortunato del giovane regista Walt Disney : quando la perdita dei diritti d'autore sul personaggio lo spinge a ripiegare su una nuova creazione, un buffo topo in braghette rosse dal volto e dalle orecchie circolari, Disney ripesca il suo vecchio cattivo come comprimario regolare fin dal secondo,famosissimo cartoon "Steambot Willie" del Giugno 1929.

3. Walt Disney è stato una delle prime vittime della cultura americana del politically correct: la pubblicazione nel Gennaio 1932 di una strenna  inglese di Topolino (foto) con materiale originale venne accompagnata da forti polemiche sul contenuto antisemita e sprezzante verso la razza nera di varie situazioni comiche: analoghi commenti accompagnarono l'edizione successiva del 1932, che vedeva per di più l'uso ricorrente del termine spregiativo "nigger".

4. Snoopy ha ben SETTE tra fratelli e sorelle: quattro maschi - Spike, Andy,Olaf e Marbles - e tre sorelle - Belle, Molly e Rover. La madre della cucciolata risponde al nome di Missy e il padre, baffuto e occhialuto, di Baxter. Dopo Snoopy, il cui nome in origine avrebbe dovuto essere Sniffy, il più famoso è il macilento Spike (il nome del  vero cane dell'Autore, Schultz) ,il più anziano della famiglia, che vive da solo nel deserto californiano di Needles e parla con i cactus. Spesso calza un buffo paio di scarpe che dice regalategli da Topolino. Andy ha pelo lungo arruffato, Marbles le orecchie pezzate e Olaf è grasso.


Belle è la gemella di Snoopy, vive a Kansas City, Missouri e ha un figlio (quindi S.è zio!). Nei cartoon televisivi la cucciolata si è talvolta riunita nelle vesti di una jazz big band.

5. L'Uomo Ragno o Spiderman è stato creato nel 1962 dal disegnatore Steve Ditko e dallo sceneggiatore Stan Lee, che si era ispirato al personaggio di "THE SPIDER", un vigilante mascherato eroe di riviste noir
negli anni '30 e di due film del 1938 e 1941. Si trattava di un ricco playboy di nome Richard Wentworth, che la notte avvolto in un pastrano e con un cappellaccio combatteva il crimine assistitito da un servitore indiano e da un maggiordomo inglese. Alcuni tratti di The Spider dovettero chiaramente ispirare il BATMAN di Bob Kane (1939).




In realtà la primissiama versione di Spiderman era completamente diversa da quella poi comparsa nello storico esordio di AMAZING FANTASY 15 (Agosto '62): Lee aveva incaricato il leggendario Jack Kirby di sviluppare il layout del personaggio, ma questi, basandosi su un'idea di supereroe da lui abbozzata con Joe Simon nei primi '50 - chiamata prima "Spider" poi "Silver Spider", e infine rielaborata per le edizioni Archie Comics col nome THE FLY ("La Mosca") - ne aveva dato un'interpretazione atletica e superomistica che venne scartata da Lee perchè troppo convenzionale. Fu Ditko a creare sia il celebre look di SM che il suo aspetto fisico ordinario, quasi esile, sul quale Kirby dovette poi basarsi per la copertina di presentazione, comunque affidatagli da Lee.
 In seguito Kirby ebbe pochissime occasioni per disegnare Spidey - probabilmente per una sorta di gentlemen's agreement con Ditko - e più che altro in copertine (TALES TO ASTONISH 57) o in brevi apparizioni (STRANGE TALES 115), con le sole eccezioni dei due incontri con l'altro famoso eroe teenager, la Torcia dei Fantastici Quattro nel secondo ANNUAL di STRANGE TALES nel 1963 e in una  breve storia secondaria di AMAZING SPIDERMAN 8. Solo dopo l'abbandono della Marvel da parte del collega il "Re" si permise di inserire SM a pieno titolo in uno degli episodi dei suoi FANTASTIC FOUR, il n.73 (peraltro insieme a nientemeno che Thor e Devil).
Un altro personaggio di nome "The Spider" comparve invece nel fumetto britannico nel 1965: si trattava di un criminale dal volto pressochè identico a quel del popolarissimo Mr.Spock di STAR TREK, con una bizzarra imbragatura per aderire alle pareti e una pistola spararagnatele.


Il fatto veramente curioso è che la sua serie , durata dal '65 al '69 in Gran Bretagna, venne pubblicata in Italia PRIMA dell'Uomo Ragno edito dalla Corno nell'Aprile del 1970, perchè il direttore Luciano Secchi aveva delle riserve sulle possibilità commerciali del personaggio - i diritti di pubblicazione Marvel furono usati nei secondi anni '60 solo per due esperimenti con episodi dei Fantastici Quattro, su LINUS ESTATE 1965 (il n.1 di FF USA) e su PROVOLINUS del 1967 (il n.5, con l'esordio come "Doctor Fato" del celebre Dottor Destino).


lunedì 22 aprile 2013







HIC SUNT DISNEY  :   80 Anni di Topolino & Co in Italia

Il 30 Marzo del 1930 (30.03.30) la rivista L'ILLUSTRAZIONE DEL POPOLO ospita per la prima volta in Italia le strisce a fumetti di un nuovo personaggio americano, firmato da un giovane regista di animazione di nome Walter Disney, detto Walt. Il titolo della strip è "Le Avventure di Topolino nella Giungla".
Mickey Mouse, questo il suo nome originale, è nato nel marzo-aprile del 1928 dall'incontro di ingegni tra
Disney - che aveva appena perso i diritti sul suo Oswald il Coniglio Fortunato, e cercava qualcosa di nuovo da lanciare - e il disegnatore e suo amico Ub Iwerks. Su consiglio della moglie di Walt, Lilian, il primo infelice nome Mortimer era stato cambiato nel vezzeggiativo del più familiare Michael: e un cortometraggio
creato in poco tempo dal titolo "Plane Crazy" viene presentato il 15 Maggio in una proiezione privata. Comprimario è un topo femmina pressochè identico al protagonista, di nome Minnie, oggetto di insistenti attenzioni e profferte amorose durante un volo amatoriale, al punto da dover sfuggire paracadutandosi su un campo, dove vediamo un terzo personaggio molto simile alla futura mucca Clarabella.
Non è però "Plane Crazy" a entrare nella storia mondiale, bensì un altro corto muto e in bianco nero che debutterà, per mancanza di altre offerte, in apertura a uno dei nuovi film sonori che sbancavano in quel periodo nei teatri di Broadway, dal titolo "Gang War". Il cartoon si intitola "Steamboat Willie", e stavolta ha luogo su un battello fluviale a vapore, e vede il futuro Topo più Famoso del Mondo in lotta con un enorme gatto dall'aria truce di nome Tom Terribile (creato già nel 1925 e comparso in varie storie,quindi antecedente la nuova Era Disney), presto ribattezzato Pietro Gambadilegno.
Questa volta, il pubblico è entusiasta di questo spavaldo e incontenibile topo dall'aspetto che richiama chiaramente per colore e taglia il già celebre Gatto Felix, stella dei comics americani degli Anni '20.
L'Italia lo saluta  quindi due anni dopo, con ottimo riscontro da parte dei lettori. Nel corso del 1932, curiosamente, il Topo compare in forma anonima alla fine dei vari capitoli di un libro di fiabe dell'Editore Cappelli dal titolo "Sua Altezza il Principe Codarello"; si tratta della primissima apparizione - seppure di puro ornamento - nel formato libro, e quindi oggi ricercatissima.
Alla fine di Dicembre dello stesso anno, invece, la Nerbini che ha appena rilevato da Disney i diritti di pubblicazione esce il giorno di San Silvestro col numero 1 dello storico TOPOLINO GIORNALE.
Il formato e l'impianto della testata sono gli stessi del leggendario CORRIERE DEI PICCOLI, con storie provviste di didascalie in rima, prima di Giove Toppi e poi  dal nipote di Collodi, Paolo Lorenzini. Il materiale Disney viene mescolato a storie e soprattutto adattamenti letterari di firma italiana, solo in parte a fumetti.
La pubblicazione proseguirà ininterrottamente - con il passaggio dei diritti da Nerbini a Mondadori con il numero 137 del 1935 - fino allo stop imposto dal regime fascista a tutti i personaggi di provenienza anglosassone, nel 1942. Quasi da subito a T. verrà affiancata una storica spalla, che avrà rapidamente soppiantato l'insipido cavallo Orazio, e il cui nome verrà nel '35 cambiato dal ridicolo Medoro alla versione definitiva: Pippo (Goofy, alla lettera Imbranato).
Il primo libro siglato Topolino, invece,  esce a Torino nel 1933 con la casa Frassinelli: vengono editati due libretti, uno dalla copertina gialla (nella foto di testa, la mia copia personale) e un secondo dalla copertina verde: entrambi rarissimi, soprattutto il secondo, a causa della perdita di molte delle copie nell'incendio di un magazzino. Si tratta di storie create inframmezzando scene di cartoon americani con testi rimati tradotti - dice la leggenda - da un Cesare Pavese in cerca di lavori aggiuntivi.
In quel di Firenze, invece, le edizioni Salani traducono nella serie dei Grandi Piccoli Libri i BIG LITTLE BOOKS americani - 11 libretti, i primi 8 dedicati a Topolino: il primo, intitolato semplicemente "Topolino",
esce nel 1935. Nello stesso anno, Nerbini inaugura la storica serie "Nel Regno di Topolino" : 95 albi in cui verranno presentati molti dei classici del grande Floyd Gottfredson, seguiti dai 41 della prima serie degli ALBI D'ORO.
Tutte queste pubblicazioni consacrano T. come il massimo successo popolare del mondo del fumetto, e ne vedono la progressiva trasformazione da spigliato e irresponsabile scavezzacollo nell'eroe americano dotato di acuta coscienza morale e spiccata intelligenza, il cui gusto dell'avventura porta regolarmente all'impegno nel risolvere enigmi e misteri legati allo spionaggio e al crimine: "La Banda dei Piombatori","Il Mistero di Macchia Nera","L'Uomo Nuvola" e tante altre ampliano e definiscono l'universo nel quale il Nostro agisce,dotandolo di comprimari e antagonisti memorabili: Macchia Nera e il Bandito Pipistrello, Giuseppe Tubi e il Pirata Orango tra i malvagi, la buffa coppia di poliziotti Basettoni/Manetta, il gorilla Spettro e soprattutto l'ineffabile Eta Beta, l'uomo del futuro, dall'altra.

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martedì 9 aprile 2013







F  L  A  S  H  F  A  C  T
Cose che Vi Stupiranno del Fumetto 

1. YELLOW KID di Richard Outcault non è affatto il primo fumetto dell'era moderna. Questo primato va allo svizzero HISTOIRE DE M.VIEUX BOIS di Rodolphe Toppfer, edito nel 1837
e pubblicato negli USA col titolo THE ADVENTURES OF OBADIAH OLDBUCK 5 anni dopo.
Lo stesso Y.K. non è neppure il titolo, ma solo il personaggio principale della strip a sfondo sociale HOGAN'S ALLEY , comparsa tra il 1894 e il 1898 sul quotidiano NEW YORK'S WORLD e ambientata tra gli abitanti dei vicoli della metropoli.
I dialoghi del piccolo homeless calvo e scalzo comparivano sul suo abito-tonaca giallo, e il tono ingenuo e positivo del personaggio precorreva le atmosfere di virtù pauperista del cinema di Frank Capra, che echeggiano nel Totò il Buono di "Miracolo a Milano" di De Sica.

2. TOPOLINO non compare per la prima volta, come tutti sempre celebrano, nel cartoon "STEAMBOAT WILLIE" che il 18 novembre 1928 fu proiettato in sonoro al cinema prima del film muto "Gang War". Il personaggio esordisce cinque mesi prima nel cartoon muto "PLANE CRAZY", in cui per imitare l'aviatore solitario Charles Lindberg costruisce un aeroplano su cui invita MINNIE per poi molestarla, al punto che la sventurata si paracaduta fuori bordo per sfuggirgli (nella scena dell'atterraggio in un  campo si vede un personaggio del tutto simile alla futura CLARABELLA, che è quindi il 3° DISNEY ufficialmente venuto al mondo). 
Il nome MICKEY MOUSE viene da Lilian Disney, che sconsigliò al marito il MORTIMER che il marito Walt aveva deciso per la nuova creazione, sua e dell'amico e collaboratore Ub Iwerks.La leggenda , riferita dallo stesso Disney, vuole che il visual del personaggio nasca dalla giustapposizione di quattro cerchi, due per le orecchie, uno per il volto e uno per il corpo. La sua nascita avviene come ripiego dopo la perdita dei diritti di pubblicazione di OSWALD IL CONIGLIO FORTUNATO, ed è quindi estemporanea e quasi casuale. Il nome Mortimer deve comunque piacere al suo autore, che lo adopererà per ben 3 altri topi a venire , due parenti di Minnie e un suo detestabile corteggiatore.

3. Il primo nome di SNOOPY doveva essere Sniffy, ma Schultz lo cambio dopo aver scoperto che era già in uso in un'altra strip. Il visual del cane a fumetti più amato di sempre deriva dall'aspetto di Spike, un beagle che l'autore aveva avuto da bambino, e il cui nome passerà poi al fratello maggiore di Snoopy, il celebre e smilzo cane del deserto californiano. S. compare già al terzo episodio di PEANUTS, il 4 Ottobre 1950: ma in origine è un cane di quartiere, sostanzialmente un randagio.  Inoltre, resterà un personaggio muto per quasi tutti i primi due anni di pubblicazione, fino a che il 27 Maggio 1952 dopo un affettuoso scherzo di CHARLIE BROWN sul pelo delle sue orecchie, penserà le sue prime parole in una pipa: "Perchè devo patire indegnità simili?" Curiosamente, il suo secondo pensiero alla strip successiva sarà: "Buon vecchio Charlie Brown",
mostrando di conoscere il nome del suo teorico padrone, che in seguito dimenticherà per riferirsi a lui sempre come a "quel bambino con la testa rotonda".

4.SUPERMAN , come quasi tutti sanno, esordisce nel 1938 con ACTION COMICS n.1, uno degli albi più ricercati e costosi del mondo (aggiudicato in asta a 250.000 dollari qualche anno fa).Ma il personaggio esisteva già da sei anni, essendo nato nel '32 dalla fantasia di due studenti di origine ebraica, l'americano Jerome Siegel e il canadese Simon Shuster.  L'idea  però non aveva convinto nessun editore dell'epoca, perchè la commistione tra due generi di successo e ben distinti come la fantascienza (simboleggiata dal FLASH GORDON di Raymond) e il noir alla DICK TRACY (per tutto il primo periodo S.combatterà contro crimininali comuni) appariva forzata e senza prospettive
Pur essendo la sua origine aliena fissata dall'inizio, a lungo il Nostro sarà privo del suo potere poi
più caratteristico, il volo: si limiterà infatti a compiere salti incredibili, tratto che sarà poi ripreso
e fatto proprio 25 anni dopo dall'HULK di Lee & Kirby.
E' noto che Mondadori all'atto di pubblicarlo nel 1954 adottò il goffo nome NEMBO KID per rescindere ogni associazione col "superuomo" di memoria nazi-fascista: ma pochi sanno che il
personaggio era in realtà già apparso in Italia addirittura nel 1939 come CICLONE, L'UOMO D'ACCIAIO negli Albi dell'Audace (il suo aspetto ricordava quello dell'eroe nazionale Primo Carnera, e risultava perciò gradito alle commissioni di censura del Regime). Nel dopoguerra l'Editrice Milano aveva già dedicato 27 puntate di una sua collana all'UOMO D'ACCIAIO, tra 1946 e 1948.
La scelta del nome costrinse la redazione italiana a intervenire su ogni singola tavola delle storie
per eliminare la S dallo scudo sul costume: il nome SUPERMAN comparirà per la prima volta solo sul n.529 di fine Maggio 1966. 

1 - continua

RICHIEDETE ANEDDOTI E CURIOSITA' SUL VOSTRO PERSONAGGIO PREFERITO SCRIVENDO a dariojanisch8@gmail.com
OGNI COMMENTO SARA' COME SEMPRE GRADITO E DARA' TITOLO A SCONTI E OMAGGI SULLA MIA LISTA EBAY.

 











giovedì 4 aprile 2013






E' UNA SPECIE DI MAGIA....
L'America alle Porte del Mistero, parte terza - fine

Quando nel 1969 Steve Ditko lascia improvvisamente la Marvel Comics , e di conseguenza tutti i personaggi da lui disegnati all'epoca, STRANGE TALES è in procinto di diventare una serie individuale dedicata al
Signore delle Arti Mistiche: il coinquilino abituale NICK FURY trasloca su una sua collana specifica, mentre
il buon dottore eredita la la numerazione della serie precedente. DOCTOR STRANGE 169 esce nel Giugno
1968, in pieno fermento socio-celturale, gestita per soli tre mesi dal valido Dan Adkins e poi consegnata a
chi ne farà un autentico oggetto di culto per le generazioni future: Gene Colan.
Bambino-prodigio del Bronx, Eugene J.Colan affronta il compito con trasporto a 360 gradi: si immerse nella realtà del Greenwich Village, il quartiere degli artisti di New York dove Strange risiede in Bleecker Street (in una mansion vittoriana di chiaro richiamo a Sherlock Holmes), scatta fotografie nel dettaglio, e arriva ad assumere anfetamine per entrare nel "mood" adatto per riprodurre le scenografie lisergiche ideate da Ditko per le ambientazioni delle storie. Il risultato è strepitoso. Il suo tratto, molto più marcato e pittorico, con chine che riempiono la pagina di ombre e chiaroscuro, offre anatomie realistiche e forte dinamismo contro sfondi deliranti, ipercromatici e indefiniti: Colan rivisita i luoghi ditkiani con precisi riferimenti artistici, che cita per nome in una famosa tavola a tutta pagina ("splash page") che immette il lettore alla sua visione della Dimensione del Sogno.

Nelle sue mani Stephen Strange diviene un uomo reale, insieme tormentato e gravato dal peso del suo compito e dalla solitudine che esso gli impone, e più corporeo e mondano di quanto nessun personaggio Marvel sia mai stato. Clea, principessa esiliata della Dimensione Oscura, assume il ruolo di assistente e di sua amante: il disegno esalta la sua sensuale bellezza di tipo slavo e modella le forme di entrambi, inaugurando il paradosso di un mago che oscilla tra lotte su piani astratti e astrali ed un uomo notevolmente incline all'alcova, in continuità con la sua precedente esistenza di medico di fama con il gusto delle donne,delle auto e della bella vita. Nel suo personale, Stephen tende ad essere comunque compreso in se stesso e un pò arrogante- al punto da dover spesso scusare la sua supponenza con il fedele domestico Wong -e non di rado tendente a un'introversione malinconica. Tutto questo lo rende autenticamente umano, ma non sembra avvicinare il grande pubblico, che nel pieno dell'Anno di Grazia 1969 mostra una netta preferenza per temi di immediata e concreta rilevanza sociale: la contestazione studentesca che esplode nelle università, i diritti civili
dei neri e le tensioni inter-etniche, la piaga della droga, la criminalità metropolitana. tutto ciò è prerogativa delle serie sugli eroi urbani come SPIDERMAN , ma anche come DAREDEVIL e CAPTAIN AMERICA, disegnati dallo stesso Colan. Le trame di DS, per quanti avvincenti e fascinose, appaiono lontane da una realtà quotidiana che non è mai apparsa così pervasiva: Stan Lee tenta una revisione del visuale del protagonista, trasformando il suo aspetto in fattezze aliene che ricordano quelle del Silver Sufrer di Kirby, e inserendo nelle storie ospiti in voga come il Cavaliere Nero, gli stessi Vendicatori al completo e il possente villain di X-MEN, il Fenomeno: ma nessun escamotage produce un vero effetto sulle vendite. Per questa ragione, la serie viene cancellata in Novembre a metà di un ciclo di storie che verrà proseguito in modo spezzato sulle serie SUB-MARINER e HULK, e culminerà con un affrettato e inverosimile abbandono delle arti occulte da parte di Strange nell'Aprile 1970.
La parentesi durerà per un anno e mezzo, sino a che il volgere del nuovo decennio , sembrando portare un mutamento di temperie culturale e una rinnovata disponibilità all'evasione pura, deciderà Lee ad avviare quello che era stato un progetto embrionale e a riportare il dottore sulla scena riunendolo con i due protagonisti delle serie con cui aveva concluso la precedente esperienza. Nel Novembre 1971  il primo numero della nuova testata MARVEL FEATURE vede nascere il gruppo dei DIFENSORI: Dr.Strange,Hulk
e Sub-Mariner, cui si aggiungerà subito Silver Surfer, anche lui orfano della sua serie personale.

Questa volta i dati di vendita saranno abbastanza confortanti, e nel giro di pochi mesi (Luglio 1972) Strange - secondo una prassi Marvel consolidata - verrà dapprima ospitato su una collana-contenitore come MARVEL PREMIERE dal 3 al 14, con una lunga e appassionante saga ispirata alle storie del terrore cosmico di H.P.Lovecraft ( un sotterfugio editoriale per evitare il pagamento dei diritti d'autore attribuirà invece l'omaggio all'opera di Robert E.Howard, lo sfruttamento fumettistico del cui CONAN era prerogativa Marvel, ma che non c'entra assolutamente nulla coi temi e le atmosfere della trama ). Infine, il Signore delle Arti Mistiche riavrà una sua serie nel 1974 , prosieguo ideale del periodo Colan grazie al degnissimo epigono Frank Brunner. E da allora, come la letteratura fantasy , la cultura psichedelica e la musica progressive che da sempre gli fanno da sfondo e da riferimenti esterni, DOCTOR STRANGE si è consolidato come una delle icone e architravi della pop culture nel fumetto americano - pur se con il sottile disagio e il senso di estraneità che il pragmatismo americano sempre manifesterà nei confronti dell'Occulto.

3 - fine